Benvenuti nel mondo fumettoso e fracassone di Legends Of Tomorrow. Non so come definire in modo compiuto questo finale di stagione, ma di sicuro le emozioni non sono mancate e anche qualche piccola lacrimuccia. Se possiamo tirare delle somme di questa seconda stagione, il risultato è stato senz’altro molto positivo. Quando una serie non mi annoia, fa il suo dovere in termini di emozioni, profondità della storia e mi lascia quel desiderio di sapere come andrà a finire, allora ha centrato i suoi obiettivi.
Poco importa se alcuni personaggi, i villain in particolare, non raggiungano vette di profondità come personaggi, ma se volete cattivi profondi, tormentati e difficili, non guardate Legends. Però chiedetevi un po’ quante serie TV riescono a farvi divertire, commuovere, emozionare come questa e in un solo episodio? Poche vero?
L’ultimo capitolo è stato un susseguirsi di eventi che ovviamente non vi riassumerò, le avete viste, ma che danno la misura di come questa serie sia un concentrato di storie da raccontare incredibile. Come non sentirsi partecipi del dramma di Nate del futuro voluto da Eobard nel vedere Amaya morire e capire solo in quel momento che non si trattava soltanto di una mera attrazione fisica ma di amore mai del tutto dichiarato? Come non intenerirsi quando rivede la sua versione preEobard e l’abbraccia come se fosse la cosa più preziosa di tutto l’universo? Più importante perfino delle aberrazioni del tempo?
Anche l’incontro seppur breve fra Laurel e Sara e la sua scelta di accettare la sua morte in quanto ineluttabile, perché, come dissi tempo fa, ha reso ciò che è Sara adesso. Una donna forte che convive con il suo lato oscuro, lo doma e riesce a essere una persona migliore proprio perché non è un bianco angelo senza peccato, ma una persona che ha toccato le vette del male e sa che ciò che ora è diventata è frutto di tutto, di tutte le perdite, i dolori, i patimenti, inclusa la morte di Laurel.
Cosa dire poi di Snart e Rory? Rory che diventa ora più consapevole che mai del suo ruolo dentro il team, che non rinnega il passato e vorrebbe che Snart comprendesse come certi eventi possono rendere migliori le persone anche quelle come lui. Il loro legame resta solido, ma Mick deve far sì che Leo trovi da solo la strada per migliorare, per diventare colui che alla fine si sacrifica per gli altri, un atto che al momento sembra allo Snart del 2014, come qualcosa di impossibile.
Perfino i cattivi (a proposito e Merlyn?) quindi diventano funzionali alla crescita dei buoni, previa sparaflashata stile Men in black, perché Darkh nel 1987, sarà il futuro assassino di Laurel e questo deve per forza accadere per le ragioni che abbiamo spiegato sopra. Dunque come nello spazio/tempo anche nella maturazione e crescita delle persone occorre equilibrio, solo che molti di noi, se avessero la possibilità di modificare il tempo o la realtà con la Lancia, non riuscirebbero a essere così saggi e accorti come il capitano Lance.
Eh sì, Rip Hunter abdica dal ruolo di capitano a favore di Sara. Si era capito da tempo che Sara sarebbe diventata il nuovo capitano della Waverider, ma in questa ultima puntata c’è stato il vero e proprio passaggio di consegne. Rip ormai non ha molto da dire. La sua famiglia è comunque morta e lui, al momento, non ha molte motivazioni per mettersi a caccia di anomalie da correggere e preferisce defilarsi. Sicuramente lo vedremo nella season 3 o almeno lo spero.
La conclusione non può che essere l’antipasto di una nuova stagione piena di battute ironiche di Mick, viaggi a spasso nel tempo, azione, cattivi a senso unico e tanto tanto divertimento. Forse dirò una cosa estrema, ma questa seconda stagione mi è piaciuta molto più della prima, non so forse per questo suo andamento a zig zag, senza quasi una meta ben definita se non verso la fine, per come ho visto i vecchi personaggi maturare e i nuovi amalgamarsi alla perfezione.
In ogni caso l’avventura non è finita. Allacciate le cinture…Gideon imposta una rotta!!!
Passo e chiudo.